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I dati emersi dal 4° Rapporto sul Bilancio del Sistema Previdenziale Italiano, presentato il 16 febbraio scorso alla Camera dei Deputati, fanno emergere che il welfare nazionale è il più robusto d’Europa.
L’approfondita analisi sul complesso sistema previdenziale del nostro Paese - realizzato dal Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali - fornisce una visione d’insieme della spesa per pensioni, sanità e assistenza e prestazioni a sostegno del reddito, grazie a una riclassificazione della spesa totale per la protezione sociale – con ripartizione tra previdenza e assistenza – costruita sulla base dei dati dei bilanci consuntivi forniti dagli Enti di Previdenza dal 1989 al 2015.
Il Quarto Rapporto si caratterizza per una novità: la ripartizione delle entrate contributive e della spesa pensionistica e assistenziale per singola regione oltre che per un’analisi di dettaglio delle diverse tipologie di prestazioni per distribuzione geografica, compresi gli assegni vitalizi diretti e di reversibilità.
Il nostro Ente gode di ottima salute. Nell’anno 2015 il numero degli iscritti è cresciuto del 5.47% passando da 13.009 a 13.721, confermando di fatto una costante nell’aumento dei liberi professionisti biologi. Analizzando nel dettaglio la composizione della categoria professionale dei biologi si riscontra un altro dato positivo rappresentato dalla componente giovanile, prevalentemente femminile: le iscritte biologhe rappresentano il 72% della categoria. Tra le iscritte donne la classe di età maggiormente rappresentata è quella dai 30 ai 34 anni e ben il 58% delle iscritte ha un’età compresa tra i 30 ed i 45 anni. Mentre tra gli uomini liberi professionisti la situazione è significativamente diversa ed in qualche modo mediamente equilibrata. Anche tra gli uomini, però, si registra una crescita delle percentuali di iscritti giovani.
La ripartizione territoriale ci conferma, infine, che la prevalenza di iscritti risiede nell’Italia del sud (46%) mentre minore è la concentrazione dei biologi residenti nelle regioni del centro (33% ) e del nord (21%).
Al 31 dicembre 2015 l’Ente ha erogato:
- n. 752 pensioni di vecchiaia, (per 488 uomini e 264 donne),
- n. 28 pensioni in totalizzazione,
- n. 137 pensioni indirette,
- n. 22 pensioni di reversibilità,
- n. 24 assegni di invalidità
- n. 6 pensioni di inabilità.
Il rapporto tra pensionati e iscritti attivi è di 1/18. Il numero delle pensioni di vecchiaia liquidate è cresciuto del 16% rispetto all’anno 2014. Il rapporto tra l’ammontare del Fondo Pensioni e l’importo delle pensioni liquidate è pari a 13,65. Tale rapporto è indicatore di un buon equilibrio finanziario; lo stesso infatti rappresenta il grado di sostenibilità della liquidazione delle prestazioni pensionistiche. Ne è conferma il principio di maggior tutela disciplinato dall’art. 18 dello Statuto dell’ Ente, secondo cui tale rapporto non deve essere inferiore a cinque.
Nell’anno 2015 sono state liquidate n. 331 indennità di maternità. L’importo medio liquidato è stato pari a € 6.353,00. Nel 2015 l’assistenza agli iscritti ha svolto un ruolo di primo piano.
Una nuova concezione di welfare strategico
L’Enpab ha da tempo organizzato le sue strategie di cassa orientando le scelte verso un welfare strategico che tenga conto delle criticità della libera professione.
Per l'anno in corso le forme di assistenza sono state ritagliate sulle dinamiche dell’iscritto con sussidi, assegni e contributi previsti come contributi alla famiglia (asili nido, libri di testo, spese funerarie, assegni di studio, assistenza anziani, contributi ai superstiti) contributi per nascita (maternità, paternità e tutela) e contributi alla professione (corsi di specializzazione, borse di studio, calamità naturali e assistenza fiscale).
Per il welfare strategico sono state previste azioni politiche di sostegno al lavoro e ricaduta sulla professione.
La carta di identità dell’Ente ha come caratteristica generale una base reddituale piuttosto bassa e una popolazione di iscritti giovane. L’ottica di riferimento è un mercato del lavoro in profonda trasformazione. Le politiche di welfare attivo dell’Ente si sono quindi orientate verso il sostegno all’autoimprenditorialità, tenendo conto in particolar modo del gender gap (le donne rappresentano oltre il 70% degli iscritti) e dell’ingresso nel mercato del lavoro, tramite azioni ben delineate. L'accesso al credito e la costituzione del “Gruppo Europa” che lavora sulla progettualità europea dove i Biologi libero-professionisti possono trovare la possibilità di realizzare le loro idee imprenditoriali e la promozione di modelli di start up professionale tramite il “Progetto Biologi nelle Scuole” che ha formato e reso autonomi nel corso degli ultimi due anni oltre cinquecento iscritti all’Ente.
Recependo gli indirizzi ministeriali dell’alternanza scuola lavoro Enpab ha attuato scelte di orientamento degli studenti “in formazione” e progetti per neo-biologi in collaborazione con l’Università di Tor Vergata.
Secondo quanto stabilito dalle linee guida che l’Ente si è data lo scorso anno, le scelte sono orientate verso la promozione dell’attività professionale attraverso una maggiore “visibilità” del Biologo tramite iniziative di alto valore sociale (Giornata del biologo nutrizionista in piazza), l’aggiornamento professionalizzante continuo e la formazione sul campo (Biologi in clinica, formazione in campo ambientale), l’educazione previdenziale e il contrasto all’evasione contributiva, le borse di studio per implementare il lavoro e l’interdisciplinarietà (Rete Enpab /Fondazione BRF).