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La salute della donna è un tema di grande interesse nazionale che traccia le linee politiche di salute e prevenzione e ne determina il benessere per una larga parte della società. Tutte le fasi di vita della donna sono spesso caratterizzate da problematiche legate alla relazione con gli altri e soprattutto con il cibo, il cui rapporto racchiude in sé sintomi e sviluppi di benessere o di malattia.
La partnership nata tra Enpab e la Clinica Santa Famiglia - unica struttura in Italia monospecialistica di Ostetricia e Ginecologia che con progetti specifici abbraccia tutte le fasi dell’esistenza della donna, sostenendola in quelle fasi delicate della vita che spesso sono i buchi neri della sanità (disturbi alimentari, allattamento, postmenopausa) - va nella direzione del benessere, dove il comportamento alimentare non è più un universo complesso ma una guida attraverso un percorso dove medici e nutrizionisti collaborano per preservare la salute anche attraverso una corretta alimentazione fornendo alle pazienti gli strumenti necessari per comprendere perché alcuni cibi, al posto di altri, possono aiutare la donna a vivere meglio le sue fasi vitali.
Per Enpab il progetto rappresenta un’altra fase di sviluppo del welfare attivo tramite l’intervento legato al “sostegno” e alla “promozione” della libera professione come necessaria condizione per un incremento dei redditi professionali e quindi a contributi previdenziali più consistenti, con una migliore adeguatezza delle prestazioni pensionistiche.
La scelta di Enpab passa tramite iniziative come questa con la clinica Santa Famiglia che, attraverso un sostegno al professionista, la promozione della sua attività, l’aiuto al reddito professionale, punta ad incrementare le future prestazioni pensionistiche.
Più la professione e il professionista saranno riconosciuti, maggiore sarà l’individuazione del servizio di cui il cliente ha bisogno, nell'ottica di un beneficio reciproco tra professionista e consumatore.
Nell’ambito di questa nuova start up dedicata a “nutrizione e fertilità”, l’intera attività formativa riguarderà l'esposizione di casi pratici, la condivisione di metodiche e protocolli di lavoro, l'illustrazione di nuovi sbocchi lavorativi. L'acquisizione di nuove competenze consente, in un mercato del lavoro liquido le cui competenze si modificano velocemente, di adattarsi al meglio alle nuove esigenze, di apprendere e usufruire delle nuove tecnologie, di rispondere alla volatilità normativa. Questo tipo di formazione mira all'acquisizione di newskills e alla formazione sul campo che rappresenta un importante momento di confronto con altri professionisti. Le nuove conoscenze acquisite nei rapporti interprofessionali ampliano concretamente la platea di utenti rendendo il Biologo in grado di fronteggiare casistiche più specifiche. Allo stesso modo le nuove competenze potranno essere proposte nelle strutture pubbliche o private di diversa natura.