Carissima Collega, Carissimo Collega,
il Consiglio di amministrazione nella seduta dello scorso 17 febbraio aveva riconsiderato le condizioni per la richiesta dell'Indennità straordinaria COVID, riconosciuta agli iscritti che sono risultati positivi, circoscrivendo la condizione di accesso al beneficio alle sole ipotesi di ricovero. La motivazione alla base della decisione assunta si riassume nella valutazione responsabile della sostenibilità della spesa a fronte del costo previsionale crescente per il numero dei contagi causati dalla variante Omicron, nonostante la minore "serietà" dei sintomi della malattia conseguente.
Il Consiglio di amministrazione non poteva non considerare che per i soli primi tre mesi del 2022 il previsto costo dell'indennità Covid supererebbe i 450 mila euro. Spesa che incide su un unico Fondo la cui consistenza annuale è di 2 milioni di euro, Fondo che si esaurirebbe prima della fine dell'anno così da pregiudicare tutte le altre iniziative assistenziali legate a diversi e allo stesso modo significativi stati di bisogno ed anche le iniziative di welfare che l'Ente mette in campo per sostenere la professione e gli iscritti.
Tenuto conto, però, delle numerose richieste pervenute dagli iscritti - senza ovviamente trascurare le esigenze di previsione della spesa e, quindi avendo presente l'incidenza effettiva del costo delle Indennità Covid - il Consiglio di amministrazione ha ritenuto di dover integrare la precedente deliberazione assunta lo scorso febbraio, prevedendo un'ipotesi diversa ma comunque di sostegno.
Sono stati analizzati i dati del Ministero della salute e le raccomandazioni impartite dagli Istituti competenti ovvero l'invito ad eseguire un secondo tampone allo scadere del settimo giorno dalla positività, a fronte dell'isolamento per i soggetti vaccinati con 2 o 3 dosi da almeno 120 giorni. In ciò ritenendo che la "severità" reale della malattia da COVID sia effettivamente temporalmente racchiusa nell'arco dei sette giorni. Sulla base, poi, del valore dell'indennità riconosciuta nella quasi totalità ai beneficiari della più generica "Indennità da malattia o infortunio" pari a 50 euro, la decisione adottata è stata quella di riconsiderare il valore dell'Indennità Covid nella misura di 350 euro.
La stessa indennità sarà riconosciuta fino al mese di aprile, ovvero un mese dopo il termine dello stato di emergenza, semprechè eventuali provvedimenti governativi non legittimeranno un'apertura anche alla ripresa dell'attività lavorativa proprio ai soggetti vaccinati.
Tiziana Stallone
La Presidente