Il DL “Liquidità”, convertito in Legge 5 giugno 2020 n. 40, ha potenziato il Fondo di garanzia per fare fronte alle esigenze immediate di liquidità delle imprese e dei professionisti che stanno affrontando le conseguenze dell’epidemia da COVID-19. Le procedure di accesso sono state semplificate, le coperture della garanzia incrementate e la platea dei beneficiari ampliata.

Imprese e professionisti che vogliono ottenere la garanzia del Fondo, devono rivolgersi a banche e confidi che effettueranno la domanda. Molte sono le novità introdotte del decreto legge 23/2020. Di seguito si riassumono le principali.

Su piccoli prestiti fino a 30 mila euro l'intervento del Fondo copre il 100% dei finanziamenti con durata massima di 10 anni senza che venga effettuata, ai fini della concessione della garanzia, la valutazione del merito di credito. Fermo restando l’importo massimo di 30 mila euro, il finanziamento non può superare il 25% dei ricavi o il doppio della spesa salariale annua dell’ultimo esercizio utile.

La garanzia copre tutti i finanziamenti al 90% per cento fino a un importo massimo di 5 milioni di euro per singolo beneficiario (il precedente limite era di 2,5 milioni). L’importo massimo può essere raggiunto anche sommando più domande di ammontare inferiore. Per importi fino a 800.000 euro, si può aggiungere la garanzia di un confidi, fino a coprire 100% del finanziamento.

Fino al 31 dicembre di quest’anno la garanzia sarà assorbita dallo Stato tramite CDP; a partire dal 1 gennaio 2022 la garanzia sarà preservata grazie all’intervento diretto delle Casse di previdenza, come Enpab, che hanno aderito alla convenzione con CDP investendo in favore dei propri iscritti.

Per informazioni consultare questo link

Sabato 19 giugno - In diretta sulla Pagina Facebook: @gnb2021

La settima Giornata Nazionale Enpab in digital edition: insieme agli esperti per aiutare la popolazione a un corretto stile di vita nel rispetto della sostenibilità̀ ambientale.

Il focus centrale della Giornata quest’anno sarà̀ dedicato a cinque grandi aree tematiche: Covid e sistema immunitario, Nutrizione in età pediatrica, Ambiente e Sostenibilità, Nutrizione e Psiche, Sport e longevità

Pubblicata la GRADUATORIA che porterà nel polo oncologico dell'IStituto Pascale di Napoli i primi quattro biologi da formare sotto la responsabilità di un tutor. I Biologi affiancheranno il servizio di dietologia e nutrizione artificiale nella valutazione dei pazienti ricoverati.

Nel progetto saranno coinvolti sei Dipartimenti: Uro-Ginecologico, Addominale, Polmonare, Melanoma, Testa collo, Dipartimento dei Servizi Sanitari Strategici.

La formazione professionale avrà lo scopo di fare acquisire al biologo le competenze in oncologia e nutrizione oncologica. Il progetto prevede una parte teorica e una parte pratica. I biologi riceveranno lezioni frontali dai dipendenti del Pascale (dirigenti medici o sanitari: farmacisti, nutrizionisti, oncologi, chirurghi etc.) e dal tutor.

L’attività formativa avrà durata di sei mesi e partirà nel mese di settembre.

pdfSCARICA LA GRADUATORIA

La risposta del MEF alla interrogazione del senatore De Bertoldi presenta anzitutto un grave vizio giuridico: una sentenza della Corte Costituzionale di accoglimento, con dichiarazione di parziale illegittimità costituzionale di una norma di legge, non può mai – per sua stessa natura – avere effetto solo per la parte che promosse il giudizio, ma espunge dall’ordinamento la norma di legge incostituzionale, e ciò vale ovviamente per tutti i destinatari della norma stessa.

Ma in più, la tesi del MEF porterebbe a una clamorosa discriminazione tra soggetti uguali: non si vede perché la sentenza dovrebbe valere per la Cassa di previdenza dei commercialisti e non per le altre Casse che hanno identica natura e posizione.

Anche a prescindere, peraltro, dalle considerazioni giuridiche, la risposta alla interrogazione finisce comunque, anche al di là delle intenzioni degli autori, per inserirsi in una corrente di pensiero che non può non preoccupare i professionisti iscritti alle Casse di previdenza.

Norme come quella dichiarata incostituzionale o alcuni orientamenti recenti tendono a svilire la autonomia delle stesse Casse e la loro natura di soggetti privati: ma autonomia e natura privata non costituiscono un privilegio che i liberi professionisti vogliono preservare.

Al contrario rappresentano un valore primario, relativo ad un modello di previdenza e assistenza che integra il principio costituzionale di sussidiarietà.

Le categorie dei liberi professionisti, come gran parte dei lavoratori autonomi, sono tra i più colpiti dalla gravissima crisi economica che ha accompagnato la epidemia; le loro Casse di previdenza hanno svolto, stanno svolgendo e ancora svolgeranno straordinarie azioni di intervento e di sostegno ai loro iscritti, e di aiuto ai giovani che intendono avviarsi alla professione.

Le ragioni di autonomia delle Casse, alla base della legge che dispose la loro privatizzazione, non solo sono ancora valide, ma divengono ancor più indispensabili alla luce dei nuovi gravosi compiti che attendono il sistema.

E la loro tutela implica il riconoscimento del valore collettivo di intere categorie di lavoratori autonomi che provvedono con le loro risorse, attraverso le Casse, ad attuare i principi di solidarietà tra gli iscritti e di sostegno al futuro proprio e delle loro famiglie.

Roma 9 giugno 2021

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