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Recentemente la Commissione europea ha presentato la nuova strategia denominata A Clean Planet for All che ha come principale obiettivo quello di effettuare una transizione climatica ed energetica attraverso un’economia a zero emissioni, in accordo con gli obiettivi di Parigi, arrivando a ridurre entro il 2050 le emissioni di gas a effetto serra del 60%. La strategia prevede, altresì, una profonda trasformazione non solo economica, ma anche sociale con un know-how europeo centrato sulle tecnologie a basse emissioni, con impatti positivi sullo sviluppo industriale e green jobs.
Tutto questo si ricollega a quella che è stata definita come The Economy of Wellbeing che prevede nuove strategie capaci di coniugare la crescita economica al benessere personale inteso come riduzione delle disuguaglianze, annullamento delle disparità di genere, alti standard di assistenza sanitaria e garanzia di istruzione e formazione.
Le strategie richiedono sicuramente investimenti in soluzioni tecnologiche, ma allo stesso tempo necessitano del coinvolgimento e della responsabilizzazione dei cittadini e dei professionisti in azioni congiunte in tutti i settori chiave dell’economia. Efficienza energetica, fonti rinnovabili, economia circolare, infrastrutture e bioeconomia sono solo alcune delle aree che diverranno sempre più strategiche per il lancio della green economy.
Possiamo facilmente comprendere come, in un’economia in cui non è la finanza, ma la salubrità dell’ambiente in cui viviamo ad essere al primo posto, il nostro benessere fisico e la crescita economica sono elementi che si intersecano a vicenda. Affrontiamo le sfide del futuro pensando che l’economia e le prestazioni professionali debbano basarsi non sul valore monetario, ma sulla produzione di felicità che investe i popoli e che poggia proprio sul benessere dei popoli.
Dobbiamo tener presente, quindi, che per affrontare le sfide del futuro ognuno di noi deve agire declinando in maniera innovativa il “principio dell’utilità”: il merito di ogni azione è fondato sulla “felicità” che essa produce, senza pensare in primis al valore monetario di ogni azione, ma ai benefici che possiamo produrre a favore dell’ambiente e delle persone.
Il futuro ci sta chiamando all’appello: dobbiamo rispondere tutti mettendo al servizio dell’umanità competenze sempre più affinate e, quindi, abilità professionali che possano guidarci verso un miglioramento personale dal punto di vista etico e lavorativo, in una continua sinergia con i professionisti di altri settori.
Vi ricordo che attraverso l’Area riservata del sito Enpab potete trovare gli approfondimenti su queste tematiche e tutto quello che riguarda l’Europa. Vi invito, dunque, a restare aggiornati attraverso “Professioni in Europa” e scoprire le possibilità che si presentano per promuovere la nostra professione sul mercato del lavoro.