La contaminazione dell’acqua e dell’aria dovuta ai processi industriali, al traffico e alle onde elettromagnetiche, la quantità di rifiuti tossici e le esalazioni chimiche dovute alla loro combustione spesso abusiva, ha provocato l’insorgere di decine di malattie dovute al contatto diretto con gli agenti inquinanti, alle radiazioni ultraviolette e ai cambiamenti climatici.
Le competenze del biologo in tema ambientale sono descritte nella legge 396/1967, nel Decreto del Ministero di Grazia e Giustizia 362/1993 (tabella G, lettera d) e nel DPR 328/2001 (articolo 31). Il biologo ambientale moderno non è più impegnato in studi settoriali limitati alla fotografia del possibile impatto degli interventi umani sull’integrità ambientale, ma si occupa di studi pluridisciplinari sulla sostenibilità delle scelte a medio e lungo termine, in collaborazione con altri colleghi biologi e con professionisti di altre estrazioni scientifiche.
In questa area si collocano i piani di azione che l'Enpab porta avanti sui temi ambientali, per consolidare la visibilità e la promozione dell'attività dei propri iscritti, l'aggiornamento continuo, la formazione sul campo, tutte iniziative volte a implementare il lavoro, compresa la promozione dell'interfisciplinarietà tra le professioni che resta comunque una scelta di fondo per la maggior parte delle iniziative.
«Per comprendere come aiutare i colleghi, bisogna prima di tutto ascoltarli per conoscere le difficoltà della professione. - ha commentato la Presidente Tiziana Stallone - Dal continuo dialogo sono emerse numerose esigenze, tra cui: l'aggiornamento continuo e la necessità di acquisire nuove competenze, la volontà di fare pratica professionale, il desiderio di confronto con i colleghi e con altre categorie».