Il Fondo stanziato per chi è risultato idoneo per l'indennità di 600 euro di marzo non è capiente. Enpab pagherà comunque tutti gli aventi diritto.
Le modifiche intervenute con il Decreto Interministeriale del 30 aprile scorso e non ancora pubblicato hanno disposto l’utilizzo di ulteriori 80 milioni di euro per il finanziamento del contributo ex art. 44 DL Cura Italia a beneficio dei professionisti iscritti a forme di previdenza obbligatorie (mese di marzo 2020).
Nonostante lo sforzo del Governo di rifinanziare il fondo con ulteriori 80 milioni, lo stesso risulta però ancora insufficiente a soddisfare tutte le domande di richiesta dell’Indennità Covid – 19 per il mese di marzo pervenute dai professionisti alle rispettive Casse di previdenza. Alcuni professionisti, infatti, seppur ammessi al pagamento erano rimasti sospesi proprio a causa dell’indisponibilità finanziaria limitata dal decreto.
“La nostra volontà è rimanere costantemente vicini agli iscritti in sofferenza. Questo virus – ha commentato la Presidente Tiziana Stallone – ha cambiato i parametri delle nostre professioni oltre che delle nostre vite private. Un Ente di previdenza ha il dovere imprescindibile di mettere in atto tutte le possibili scelte per sostenere i propri iscritti in un momento di profonda instabilità. Per questo Enpab si è assunto l’onere di assicurare agli iscritti, ai quali era stata comunicata l’ammissibilità della domanda, quindi anche a quelli che nonostante il rifinanziamento del Fondo saranno ancora esclusi, di poter beneficiare del bonus 600 euro sospeso per il mese di marzo”
Per gli esclusi perché titolari di pensione o per altro rapporto di previdenza obbligatoria presso gestioni dell'Inps restiamo in attesa del Decreto di aprile e, comunque, di successiva approvazione di ulteriori iniziative da parte dell'Ente.