Da inizio pandemia ad oggi la figura del Biologo ha giocato un ruolo di grandissima importanza scientifica, sanitaria e sociale: nel processare e leggere i tamponi, nella ricerca e scoperta del vaccino, nel sequenziamento del genoma, nella rilevazione dei dati.

Le misure anti-covid, la ‘chiusura’ del Paese e il conseguente risvolto economico sono scaturiti dai dati che pervenivano dai laboratori man mano che l’epidemia avanzava: in questo annus horribilis i biologi hanno svolto un ruolo decisivo per la sorte del ‘Sistema Paese’.

Fin da subito l’opinione pubblica e i mass media hanno evidenziato l’importanza del ruolo svolto da medici e infermieri che con grande sacrificio e senso del dovere hanno affrontato una situazione sanitaria emergenziale di portata eccezionale. Come spesso accade in situazioni di grande impatto sociale poco spazio è stato dato, in termini di riconoscimento e visibilità, al grande ed importante ruolo svolto da biologi, ricercatori e tecnici di laboratorio senza i quali la lotta al Coronavirus non si sarebbe neanche potuta intraprendere.

I Biologi si sono resi protagonisti fin da subito isolando il virus responsabile del Covid-19. Già a fine gennaio 2020, nel laboratorio di Virologia dell'Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, veniva isolato il virus 2019-nCoV - il nuovo agente responsabile dell’infezione - grazie al lavoro di un team di tre biologhe, Maria Rosaria Capobianchi, Concetta Castilletti e Francesca Colavita.

L’idea #NatiBiologi, pensata in casa Enpab, è nata dalla consapevolezza che bisognasse dare voce e riconoscimento al lavoro e all’abnegazione di tanti colleghi professionisti che quotidianamente affrontavano il virus in prima persona, nel silenzio dei loro laboratori e con la perseveranza di chi ha fatto della ‘scienza’ e della ‘ricerca’ la propria strada di vita.

Tanti biologi, alcuni dei quali prestati in questi mesi alla ‘causa covid’, hanno combattuto l’epidemia in prima linea lavorando incessantemente con spirito di sacrificio, turni massacranti, stress dovuto al timore di contrarre l’infezione e di trasmetterla ai propri familiari, preoccupazione per i cambiamenti nelle pratiche e procedure di lavoro, fatica fisica legata all’utilizzo dei dispositivi di protezione.

Il progetto ha preso l’avvio tramite una call social, che ha permesso di interpellare tutti i Biologi che si sono sentiti investiti professionalmente ed umanamente da questa pandemia e che hanno voluto raccontare la loro esperienza di Biologi ‘in prima linea’ nella lotta al Coronavirus, lotta che spesso si è trasformata anche in occasione di crescita professionale coinvolgendo tutta la categoria.

La fase di visibilità ha dato il via alle esperienze raccontate sui social, uno spaccato del loro lavoro con la certezza che la condivisione e il raccontare la loro esperienza possa valorizzare il lavoro di tutti. 

 

QUI LA PLAYLIST CON LE INTERVISTE

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